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Cinema

Vitriol: il film viaggio esoterico nel ventre napoletano – di Joseph Briska.

Vitriol è il primo lungometraggio del giovane regista Francesco Afro de Falco (28 anni), con soggetto e sceneggiatura del venticinquenne Giovanni Mazzitelli, prodotto da Salvatore Mignano .
L’opera ha ricevuto il riconoscimento di “film d’interesse culturale” da parte del Ministero dei Beni Culturali.

Si tratta di un mockumentary su di una ricerca effettuata nel 2010 tra Napoli, Portici e Torre Annunziata, ed avente ad oggetto la relazione tra simbolismo massonico ed architettura dell’età borbonica.
Grazie alla scoperta di un antico manufatto, i nostri giovani protagonisti (una studentessa laureanda con l’amico esperto di esoterismo) affrontano un percorso iniziatico che passa attraverso la decifrazione di una serie di codici, e che condurrà uno di loro alla scoperta di una Verità antichissima e celata nelle viscere di Napoli, l’Arcadia (e qui i dotti riferimenti a Sannazzaro, Goethe e tanti altri).
Viene, quindi, esaltata la funzione del capoluogo partenopeo come palcoscenico di fama internazionale della Massoneria e di società segrete, in una tradizione esoterica che parte dall’antico Egitto, passa per Raimondo di Sangro, Principe di San Severo, e fino ad arrivare ad una alchimia dei nostri giorni.

La cornice in cui il film è girato è senza pari: Napoli offre delle location straordinarie, tra cui spicca senza dubbio la Napoli Sotterranea. Tale location è strutturalmente connessa all’essenza del film stesso, perché l’elemento della terra è fondamentale nel percorso iniziatico di Vitriol.
Visita Interiorae Terrae Rectificando Inveniens Occultam Lapidem: visita l’interno della terra e, rettificando, troverai la pietra occulta.
La ricerca della verità, il percorso iniziatico del protagonista è il regressus ad uterum, un viaggio all’interno di sé e del proprio inconscio  necessario per la presa di coscienza, per la catarsi propedeutica alla successiva fase di rinascita, dove appunto il Rectificando implica la correzione e l’eliminazione dalla propria anima di tutte le impurità.

È un film riuscito.
Una produzione a basso budget dove la passione e l’impegno dei partecipanti e il solido studio degli autori fanno la differenza, nella quale – però – la recitazione viene indebolita da una cadenza troppo napoletana sebbene gli attori giovanissimi lascino ben sperare per il futuro.
Una novità del panorama cinematografico italiano, troppo spesso appiattito su commediole di quart’ordine quando non è la solita storia d’amore.
Da lodare ed incoraggiare.
Per le riprese si noti che è stata ricreata ad opera del Maestro Luca Nocerino un duplicato a grandezza naturale del Cristo velato.

 

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