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Cinema

Diritti umani e tortura, parte il festival del cinema

Parte oggi la quinta edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani. Un evento atteso da molti dato che il festival, nonostante abbia avuto pochissime edizioni, cerca di promuovere la cultura della tutela dei diritti umani attraverso le immagini di film, intesi sia come narrazioni sia come documentari.

La rassegna durerà fino al 17 Novembre. Molte saranno le iniziative fra dibattiti, incontri, eventi musicali e cinematografici.

Stamane nell’Aula Magna del Suor Orsola Benincasa  il primo workshop tematico. Il tema trattato è la tortura. Fra gli interventi (tutti davvero molto interessanti) ci preme segnalarne uno. E’ quello di una madre. Nel 2005 suo figlio muore dopo essere stato fermato da una volante e pestato fino a sfinirlo per cause a tutt’oggi ignote agli inquirenti. Il giovane aveva appena 18 anni. Il suo nome era Federico, Federico Aldovrandi.

La vicenda di Federico Aldovrandi non è isolata. Le storie di ordinaria tortura sono all’ordine del giorno. La vicenda Aldovrandi ci ricorda quella di Stefano Cucchi, che non uscì vivo da una caserma dei Carabinieri. Durante l’incontro prende la parola l’avvocato Mario Barone dell’Associazione Antigone (associazione che si occupa della tutela dei diritti dei carcerati e dei sofferenti psichici internati negli ospedali psichiatrici giudiziari). Barone ci ricorda del caso Mastrogiovanni, insegnante anarchico cilentano, che viene costretto ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio per poi morire legato al  letto di un ospedale psichiatrico pochi giorni dopo.

Si parla degli aspetti giuridici della tortura. Perché se nel terzo comma dell’articolo 13 della Costituzione vi è scritto a chiare lettere: “È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”, nell’ordinamento giuridico italiano non è previsto il reato di tortura. Se un detenuto viene seviziato all’interno di un carcere o di un o.p.g. non c’è nessun articolo del codice penale che possa dargli, in nessun modo, giustizia.

Nella conferenza vengono ricordati i massacri della scuola Diaz, i pestaggi del G8 di Genova, la strage impunita di piazza Fontana. Stragi di quarant’anni fa e eventi di ieri. A seguire un documentario di 70 minuti sul caso di Giuseppe Uva, morto per le percosse in una Caserma.

“Se questo è un uomo” si domandava Primo Levi pensando all’umanità presente nei campi di concentramento nazisti. E anche noi, in occasione di un ampia riflessione sul tema dei diritti umani, ci domandiamo se sia stato giusto o meno offendere la dignità piuttosto che spegnere la vita dei vari Cucchi, Aldovrandi, Uva o Mastrogiovanni…

Per info e calendario del festival: www.http://cinenapolidiritti.it

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