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Cinema, Spettacolo

“CinemaSpagna”: a Napoli torna a risplendere il mito di Luis Buñuel

Nel lontano 1929, Luis Buñuel e Salvador Dalì si raccontarono i propri sogni: «Io ho sognato una mano piena di formiche» – disse l’uno; «io una lama che taglia un occhio» disse l’altro. «Facciamone un film» – si dissero. Nacque così Un chien andalou, capolavoro del cinema surrealista e pietra miliare della modernità: con un «semplice» gesto, il taglio di un occhio (vero, di bue) e l’associazione all’immagine della luna attraversata da una nuvola, il maestro catalano, coadiuvato dal genio del pittore, suo sodale e conterraneo, dimostrò che la rappresentazione della realtà – e forse la realtà tout court – non è altro che una pura ipotesi di visione, con il montaggio che, al cinema, percorre una sola tra le tante strade possibili, superando le conquiste, pur notevoli, del “montaggio delle attrazioni” di Ejzenstein, rimaste pur sempre sul terreno di una fiducia estrema nella verosimiglianza della rappresentazione del visibile. Sorretto splendidamente dalle architetture ondivaghe del sogno, e dominato da umori antiborghesi e anticlericali che gli costeranno eterni problemi con la censura franchista e di mezzo mondo, Luis Buñuel (1900 – 1983) esporterà prima in Messico poi in Francia tutta la potenza visionaria e dirompente della sua dissacratoria visione del mondo.

L’Istituto Cervantes di Napoli omaggia Don Luis nell’ambito della V edizione di CinemaSpagna (la terza in Campania), che si svolgerà nell’auditorium dell’Istituto di via Nazario Sauro 23 dal 24 al 26 ottobre: due i capolavori del maestro in programmazione (in versione originale sottotitolata in spagnolo), due gemme del «periodo messicano»: El ángel exterminador (L’angelo sterminatore, 1962), in occasione del cinquantenario dell’uscita della pellicola, e Simón del desierto (Simón del deserto, 1965), entrambi nella giornata del 25 ottobre, rispettivamente alle ore 19 e 18: il primo è una stupefacente allegoria dell’immobilismo della classe borghese di ogni tempo e luogo, condensato nella misteriosa forza che impedisce a un gruppo di esponenti dell’alta borghesia messicana di uscire dalla stanza in cui si sono riuniti dopo aver assistito ad un concerto: dieci anni prima del Fascino discreto della borghesia (1972), Buñuel realizza un feroce sberleffo surrealista dominato dall’assurdo e da un umorismo acre e atrabiliare; il secondo lavoro (per il quale il regista, rimasto d’improvviso a corto di fondi, si inventò un finale memorabile) ha per protagonista un uomo che rifiuta il mondo e le tentazioni del peccato alla maniera di Simeone Stilita, asceta cristiano del V secolo d.C. vissuto per 37 anni su di una colonna in Siria: ma anche in questo caso, lo sberleffo e l’irrisione del fanatismo religioso ribaltano imprevedibilmente la vicenda…

Il Festival del Cine Español, organizzato da EXIT med!a, in collaborazione col Cervantes, l’Ambasciata di Spagna, il Consolato Generale della Spagna e Turespaña, si apre mercoledì 24 (17:30) con l’incontro con David Trueba, regista, scrittore e sceneggiatore madrileno, autore di Madrid 1987, qui presentato in anteprima italiana e recentemente segnalato al Sundance Festival di Robert Redford; l’ultima giornata prevede invece la proiezione di due brillanti commedie del cinema spagnolo contemporaneo, Familia (1996), film d’esordio di Fernando Léon De Aranoa che stigmatizza l’individualismo esasperante della società occidentale contemporanea, e Sin Vergüenza (Senza vergogna, 2001) di Joaquín Oristrell, caleidoscopica vicenda di amori perduti e ritrovati in salsa metacinematografica.

CinemaSpagna

festival del cine español

Napoli, 24-26 ottobre 2012

Instituto Cervantes – Auditorium

Via Nazario Sauro, 23

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili

Per info: www.cinemaspagna.org

ufficio stampa: Umberto Di Micco | tel. 349 2679 541 | info@dmvcomunicazione.net

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