[c.s.] – Era un personaggio fantastico in un mondo banale», scrisse Oriana Fallaci di Giuseppe Marotta, suo amico e collega a “L’Europeo”, all’indomani dell’improvvisa scomparsa.
Brillante, tormentato, sanguigno, spesso contradditorio, eclettico e complesso come pochi, Marotta fu a lungo confinato, in vita e dopo, nella formula di aedo del popolo di Napoli, quello che anima le pagine del suo best seller e dell’omonimo film di successo internazionale.
Merita invece di essere ricordato e riscoperto come uno dei pochi autori italiani del ’900 in grado di percorrere da protagonista una pluralità di generi e forme della creatività, dalla narrativa nel suo precoce talento da autodidatta al giornalismo passione di una vita, dalla canzone al teatro brillante, fino al cinema come sintesi e approdo di molteplici esperienze e di una vis polemica e comunicativa senza eguali e persino debordante.
I contributi di studiosi autorevoli (Orio Caldiron, Anton Giulio Mancino, Luca Pallanch, Matteo Palumbo, Andrea Pergolari, Paolo Speranza) e le preziose testimonianze coeve di Pier Paolo Pasolini, Oriana Fallaci e Michele Prisco ci restituiscono in questo volume l’estrema versatilità di un autore e della sua opera: sempre vibrante, talvolta datata, spesso diseguale, sincera quando non urticante, e soprattutto, riprendendo la definizione della Fallaci, assolutamente unica e mai banale.
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